“L’Italia del merito contro ogni stereotipo”: la presentazione di Reputation Review n°30 nella Libreria Spazio Sette

Si è tenuto martedì 23 maggio l’evento di presentazione dell’ultima edizione di Reputation Review, il numero trenta dell’unica rivista italiana dedicata alla Corporate Reputation.

Tra le pagine di Reputation Review n°30 prende vita la cultura del merito, questione che ha acceso la dorata sala al secondo piano della Libreria Spazio Sette, nel centro di Roma. Nel meraviglioso affresco seicentesco pennellato da Giacinto e Ludovico Gimignani, l’evento di presentazione del trentesimo numero di Reputation Review si è colorata attraverso le parole di Valter Quercioli, Vice Presidente Federmanager, arricchite di spunti e contributi grazie al prezioso contributo dell’ex Presidente Lamberto Dini. Nel quadro esplicativo su complessità e percezione, esplicato in maniera esauriente dai fondatori di Zwan e Reputation Review Joe Casini e Davide Ippolito, è emersa una illustrazione completa dello scenario nazionale attuale.

Durante il convegno si è sottolineato il peso del cambiamento: l’Italia aggravata dalla crisi è un Paese ricco di mutamenti nel tessuto sociale, economico e politico; un Paese che ha bisogno di ripartire da un nuovo umanesimo, per il ripristino di un nuovo equilibrio sociale dal lancio di un rinnovato disegno di riconoscimento” del merito a livello individuale e collettivo, dalla formazione manageriale alla produttività aziendale. Come ha più volte evidenziato il portavoce di Federmanager e 4Manager Valter Quercioli, la cultura del merito si sviluppa in un sistema condiviso di competenze; nello specifico in quelle competenze tecniche unite ad abilità strategico-politiche e filoumanistiche.” 

Non esiste una cassetta degli attrezzi del merito, né in Italia né nel mondo: il lancio meritocratico del Paese trova spinta nella commistione delle abilità specialistiche alle competenze più umane” e interpersonali, quali le abiltià di leadership situazionale insieme alle competenze di attrazione, accrescimento e maturazione dei talenti oltre alla gestione di stakeholder e portatori di interesse”. In breve, la ripresa nazionale parte dalla capacità di emergere, con ampio eco nello sfondo di imprese, aziende e organizzazioni. Nonostante il freno storico dell’Italia, la difficoltà del riconoscimento meritocratico menzionata da Lamberto Dini, l’Italia ha ancora tanto da offrire, soprattutto a livello educativo: la base di partenza per la cultura del merito. Il governo italiano deve guardare al merito come grande possibilità di valorizzazione della prosperità nazionale, da sostenere attraverso “incentivi a sostegno delle attività imprenditoriali e della mobilità lavorativa, puntando alla parità come valore che introduce l’ascensione sociale. 

Il merito avvalora l’autostima individuale e incrementa la fiducia collettiva; un riconoscimento di qualificazione; al pari di una certificazione. L’origine del merito è il sistema educativo italiano. La buona educazione e la “formazione well-grounded preparano al merito; insieme a tutti quei percorsi didattici culturalmente completi [… perché] nella cultura generale si cela l’inizio del talento, dell’ingegno; di quella prospettiva poliedrica necessaria per ascendere.” In tale contesto, l’Italia del merito è anzitutto un Paese motivato, determinato e coraggioso; libero di emergere contro ogni “demonizzazione, stereotipo e pregiudizio.” 

Il tema del merito è davvero complesso, ma può essere approfondito attraverso un’attenta lettura di Reputation Review n°30, ancora disponibile su Zwan Store.

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