I negozi tradizionali soccombono alla crisi pandemica. Il debole recupero delle vendite che si era visto durante i mesi estivi è andato in fumo con la seconda ondata del virus ed il ritorno alle misure di contenimento. E dopo il calo del -1,8% delle vendite già subito a settembre, anche ad ottobre i negozi registrano una performance negativa, con un arretramento del -3,2%. Tra i più colpiti il comparto dell’abbigliamento e delle calzature, che si avvia a perdere nell’anno un terzo delle vendite.
Così l’Ufficio economico Confesercenti ha commenta i dati diffusi dall’Istat sul commercio al dettaglio di ottobre.
Nuovo balzo in avanti, invece, del commercio elettronico: +54.6% che supera l’incremento di maggio e giugno e stabilisce il record di crescita; mentre resiste la Grande distribuzione non alimentare che comunque fa registrare un +1.4%.
Uno scenario allarmante e destinato purtroppo a peggiorare ulteriormente, viste le restrizioni di attività previste per Natale che impatteranno pesantemente anche su tutta la filiera turistica già allo stremo: emblematico il caso della Lombardia dove, anche se la regione diventerà zona gialla dal 13 dicembre, questo non permetterà di avere ospiti, dato che dopo il 20 si richiude tutto e non c’è tempo né per programmare un ipotetica vacanza.
In un baratro il compartimento giostre-intrattenimento che si vede svanire anche l’opportunità di lavorare nel periodo delle feste che porta con se un indotto di circa il 70% di tutto l’anno, a fronte di mancati ricavi di circa euro 400.000 sono stati incamerati ristori per soli euro 10.000, fanno sapere gli imprenditori del settore.
“Senza misure correttive, a partire da quella per riequilibrare la concorrenza tra piattaforme online e negozi fisici, ma anche per istituire una fiscalità di vantaggio per le imprese più colpite, si rischia di desertificazione le città , con migliaia di attività che chiuderanno per sempre i battenti e con loro numerose famiglie senza lavoro”, commenta così Andrea Painini Presidente di Confesercenti Milano.