Italrobot è un’azienda campana nata come start up nel marzo del 2014 dalla Divisione di Automazione e Robotica Industriale della Tea Impianti e oggi leader nel settore dell’automazione industriale. Al suo vertice vi è l’ingegnere Gaetano Capasso. Proprio Capasso ha raccontato di un costante incremento dei campi d’applicazione della robotica, oggi decisamente più esteso rispetto alle classiche industrie, e di nuove sfide che lui e la sua azienda sono pronti a cogliere. Uno dei progetti di punta di Italrobot è, infatti, Agrirobot, presentato all’Expo 2020 di Dubai e destinato a rivoluzionare il settore dell’agritech.
Agrirobot è un progetto di robotica al servizio dell’industria agricola che cerca di disegnare una nuova agricoltura scalare in grado di rispettare i tempi della natura e del lavoro dell’uomo, ponendosi l’obiettivo di accrescere la competitività del comparto produttivo agricolo italiano. All’interno della vetrina internazionale di Dubai, Italrobot, grazie a questo progetto, è riuscita a guadagnarsi l’attenzione degli addetti ai lavori, permettendo alla ricerca italiana di ben figurare in un contesto così prestigioso.
Oggi ancora in fase prototipale, Agrirobot è essenzialmente una macchina agricola autonoma che permette una raccolta mirata, in grado di ridurre al minimo gli sprechi di tempo e manodopera, ottimizzando allo stesso tempo la qualità dei frutti raccolti grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, capace di individuare e raccogliere i frutti maturi e tralasciare quelli non ancora pronti alla raccolta, nel totale rispetto dei tempi della natura. A guadagnarci ci sarebbero anche le nostre tavole, sulle quali arriverebbero prodotti di sicura qualità.
Agrirobot permetterebbe anche di utilizzare sostanze meno tossiche durante il processo di coltivazione, rendendo l’agricoltura più etica e sostenibile. Inoltre, riuscirebbe perfettamente ad inserirsi all’interno di un discorso molto più ampio di eticità agricola: l’opportunità di creare posti di lavoro più qualificati e remunerati non è sicuramente da meno, contribuendo attivamente alla lotta per l’abolizione dello sfruttamento della forza-lavoro tipica del settore agricolo da parte della criminalità organizzata, che si vedrebbe tagliata fuori dal mercato grazie all’estrema concorrenzialità delle aziende che vorranno avvalersi di questa nuova tecnologia.
Il progetto attraverserà una prima fase di testing nella quale verranno effettuate prove di manutenzione in ambienti strutturati, al fine di testare il riconoscimento visivo dell’intelligenza artificiale e le capacità di presa delle “braccia” di questa macchina. Successivamente vi sarà una fase di reporting, ovvero un’analisi dei dati raccolti durante il testing ed un’eventuale ottimizzazione del software e dell’hardware del robot, che a quel punto sarà pronto per il lancio pubblico. Italrobot ha infatti confermato un crescente interesse verso la sua nuova invenzione, che potremmo vedere già all’opera nei campi dello Stivale prima di quanto si possa credere.
Ormai da qualche anno, insomma, il mondo va incontro a quella che gli analisti, senza mezzi termini, definiscono “quarta rivoluzione industriale”, ovvero una nuova era per le industrie globali segnata dall’avvento della robotica all’interno delle attività lavorative. È infatti realtà, dicono i dati, che l’automazione delle fabbriche in Italia ha subito un incremento tumultuoso dal 2012 al 2018, incontrando una piccola battuta d’arresto nel 2019, poi protrattasi anche a causa del Covid in questi due anni di pandemia. Tuttavia, appare innegabile che sia in atto un cambiamento radicale all’interno dell’industria e che il lavoro manuale per come lo intendiamo oggi si avvia verso un vero e proprio – seppur lungo – tramonto.